Il Gruppo del Giovedì
Il Gruppo di Psicologia Analitica di Firenze si pose come un movimento culturale che
aveva come nucleo centrale l'interesse e lo studio per la Psicologia del profondo e lo
sviluppo individuale della personalità; e nella linea di tendenza che gli era peculiare,
il Gruppo quindi si mosse, sempre fedele al proprio mito interno.
Tra le varie iniziative culturali del Gruppo, vogliamo ricordare le assemblee di circa
settanta persone, tra analisti, pazienti e allievi - che si tenevano il giovedì mattina
nell'abitazione di G. Draghi a Settignano presso Firenze, denominato appunto "Gruppo
del giovedì". Esso era nato dalla volontà di Draghi di veder crescere una vera e
propria scuola di pensiero nella quale creatività e ideali umanistici restituissero una
immagine possibile di uomo libero e creativo quale sintesi junghiana e artistica.
Draghi trasfondeva ad allievi, amici e pazienti la sua vibrante carica vitale nonché una
vivacissima pregnanza intellettuale che magneticamente attirava a sé quanti entravano in
contatto con lui. Portava nel gruppo del giovedì la sua anima di poeta e letterato ma
anche di analista junghiano che era stato fra i pionieri dell'AIPA. Così egli accolse
nella sua casa sempre più numerosi partecipanti, realizzando - ci si consenta l'immagine
- quella che nell'I King è la compagnia tra uomini.
L'assemblea era articolata tra il dibattito aperto e la struttura seminariale; gli aderenti potevano intervenire, leggere opere proprie, discutere su opere altrui. Questa attività riscosse una intensa partecipazione per vari anni. Regola interna del gruppo, da tutti accettata e condivisa, era che i partecipanti sostenessero una regolare analisi personale e venissero presentati e introdotti da almeno un analista del Gruppo.
L'assemblea si prefiggeva inoltre di sviluppare e dibattere quei temi che più erano legati agli interessi teorico-pratici del gruppo dei fiorentini, dei quali indiscusso portavoce era G. Draghi: il rapporto con l'AIPA, la funzione della psicoanalisi nel destino individuale, le teorie espresse da Jung e Bernhard.
Parallelamente venivano proposti commenti e discussioni su articoli o studi pubblicati in riviste italiane e straniere legati ad argomenti psicologici e analitici (fra queste: Psychological Perspectives, Spring, ecc.), oppure su libri pubblicati dalla casa editrice Eranos di Ascona.
Non erano però soltanto argomenti teorici e culturali ad essere al centro dei
dibattiti del giovedì, ma anche i già gravi problemi collettivi quali l'ecologia e la
sopravvivenza sulla Terra - sviluppati solo timidamente ancora dalla stampa di quegli anni
-; i rischi e i limiti dello sviluppo tecnologico che venivano denunciati dagli studi
eseguiti dal Massachussetts Institute of Technology in California, o dal Club di Roma;
temi già presenti nel 1934-38, nell'opera dello statunitense L. Mumford 28 ed evidenziati, negli anni Settanta da scrittori e
scienziati come A. Todisco e A. Peccei.29
Su questi temi Draghi già allora insisteva molto, giustamente presago di quello che di li
a pochi anni si sarebbe prodotto - come inquinamento ecologico - in molte zone del mondo.
L'esperienza di Teano
Contemporaneamente, negli stessi anni intorno a Carlo L. Iandelli e Silvana Radogna, si
riuniva un altro nucleo di persone per sperimentare quello che fu definito Gruppo delle
immagini. Tale esperienza si teneva presso l'abitazione di Iandelli a Teano vicino a
Pontassieve. Questo gruppo unì all'aspetto operativo l'elaborazione personale da parte
dei singoli partecipanti, in un gioco delle immagini interne che ognuno poteva esplicitare
nei confronti del progetto stesso. In un secondo tempo il gioco delle immagini si
allontanò dall'idea iniziale, per diventare una vera e propria esperienza assai vicina
all'immaginazione attiva junghiana.
Alle esperienze partecipava il sensitivo francese Jean Dudan, del quale una volta lo
stesso Jung aveva riconosciuto le facoltà paranormali. In questi incontri, o meglio
sedute, si tentava di spezzare un rituale scontato permettendo un avvicinamento più
diretto al fenomeno di veggenza. La rinuncia a porre quesiti formali, significava
l'eliminazione di un momento razionale sostituendolo con una disponibilità totale
direttamente verso il mondo simbolico e l'imprevedibilità delle immagini, che in tal modo
potevano essere recepite nella dimensione acausale e astorica.Inoltre era eliminato del
tutto il momento elaborativo dei nessi fra contenuto delle immagini e oggetto del quesito.
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Parallelamente, sempre a Teano, grazie alla competenza e all'amore che Silvana Radogna
aveva sempre avuto per il Teatro in tutti i suoi aspetti - dai bozzetti scenografici a
quelli per i costumi, dallo scrivere per il teatro, al progettare le sue splendide
marionette - fu realizzato un attivo e vivace gruppo di Teatro che visse tutte le
esperienze di animazione, messa in scena, recita, con la direzione e la guida della
Radogna.
Nel 1974, venne allestito uno spazio teatrale permanente all'aperto, nel giardino della
casa di Teano. Lì, nell'anno seguente, venne rappresentata la commedia "Arlecchino
servitore di se stesso o commedia stramba" su testo della stessa Radogna.
Da quanto abbiamo sinora esposto sulle attività del Gruppo di Psicologia Analitica
fiorentino, emerge, a questo punto, l'opportunità di valutare come la differente
impostazione applicativa tra i due centri - di Settignano e Teano - riflettesse la diversa
tipologia di Draghi e Iandelli.
Quanto era vivace, estesa, talvolta eclettica l'attività settignanese, tanto era invece
misurata, intima e contenuta l'attività e più meditativo il clima di Teano. Era quindi
la saldatura fra l'estroversione e l'introversione.
Draghi prediligeva - specie negli ultimi tempi della sperimentazione - la realtà dei
gruppi sempre più numerosi e partecipatori, che tuttavia presentavano il rischio di
inflazione, mentre Iandelli si manteneva più aderente alla visione duale della esperienza
analitica e creativa, o quanto meno di gruppo molto limitato.
Questa sfumatura dinamica ingenerò nell'ultimo periodo, una tensione conflittuale nel
Gruppo. Si ripresentava anche qui, curiosamente, una tematica caratteristica, dove la
formazione culturale medica di fondo di Iandelli e quella umanistica artistica di Draghi
risultavano determinanti nel dare una o l'altra impronta anche alle iniziative
teorico-pratiche di ordine psicologico.
Diciamo che - utilizzando un modello di comunicazione di Iandelli - le due esperienze
(Settignano e Teano), si esplicitarono l'una su un piano orizzontale pragmatico, il piano
causale, che spiega le cose del mondo secondo il perché; e l'altra su un piano verticale,
il piano del significato, che spiega le cose secondo il come, di cui l'inconscio
mitologemico è il principale portatore.
Carlo Iandelli dunque lavorò più in direzione interna, in senso psichico ed i progetti
esterni proposti dai membri di Teano, furono più che altro attivatori di immagini ed
emozioni profonde. Draghi invece lavorò - se è lecita la definizione - più in senso
istintuale-panico-estetico, tradotto in possibilità realizzativa.
Dal bisogno di far circolare nel sociale esterno le esperienze del gruppo di Firenze, nel
1971 nacque l'idea - poi tradotta in atto - di fondare una piccola casa editrice,
denominata "L'Individuale", come simbolo della visione psicologica del Gruppo.
Dal catalogo è possibile ricavare quale fosse il programma editoriale:
"II gruppo editoriale L'Individuale è un gruppo autogestito la cui finalità è
quella di trasmettere una propria esperienza su temi di psicologia, educazione, ecologia,
teatro, musica ecc. avendo come base la psicologia analitica di Carl Gustav Jung, di E.
Bernhard e del Gruppo di Psicologia Analitica di Firenze.
Furono pubblicate le opere di Draghi e Iandelli delle quali si è già fatta menzione e
inoltre i testi teatrali di S. Radogna, T. Torrini, R. Ristori, G. Draghi.
Il Movimento per una
Antropologia Individuale
Nel 1974, verso l'ultima fase di vita del Gruppo di Firenze, a seguito dell'esperienza
dell'Autonomia Policentrica e della Didattica Terapeutica a Spazio Aperto, fu costituita
un'Associazione che prese il nome di Movimento per una Antropologia Individuale.
Questa associazione aveva " [...] lo scopo di promuovere, a tutti i livelli, la
dimensione creativa nella esperienza individuale e nel rapporto autentico dell'uomo con
l'uomo [...] contribuire ad una presa di coscienza del medium socio-culturale attuale e
tradizionale per indurre una trasformazione evoluzione alternativa del medium
antropologico [...]". II movimento riconosceva " [...] la sua origine nella
psicologia analitica di C.G. Jung [...]" - ed intendeva - " [...] servirsi di
ogni altro contributo culturale, passato - presente - futuro (ideologico, antropologico,
psicologico, artistico, sociologico ecc.) [...]".
"I rapporti fra i gruppi [avvenivano] attraverso la naturale osmosi individuale fra
gli stessi, la partecipazione a programmi di interesse comune, la comunicazione-
informazione aperta e reciproca, realizzando aspetti creativi e comunicativi di
intergruppo".31
Dal momento della fondazione del M.A.I., le riunioni del gruppo fiorentino confluirono in
quelle del Movimento con l'ammissione di nuovi partecipanti ognuno dei quali rappresentava
il proprio gruppo di appartenenza.
Era l'estrema necessità di concedere dialogo e momenti creativi ai soggetti, senza che
essi dovessero limitare la propria posizione rispetto al Gruppo.